giovedì 14 aprile 2011

BEATIFICAZIONE PAPA WOJTYLA : un museo itinerante è partito da CRACOVIA e una erigenda Statua all'Inzuglio di PIGLIO ( FR)


di Antonio Iadicicco

La cerimonia di Beatificazione del Papa Karol  WOJTYLA  è ormai prossima .Sono in corso gli ultimi  preparativi per le manifestazioni programmate in vari Paesi  a cominciare dalla Città del Vaticano, dove il prossimo 1° maggio il Pontefice polacco sarà proclamato Beato da Papa Benedetto XVI nella grandiosa e sicuramente  gremita Piazza San Pietro. Tra le tante iniziative   , mi sembra utile indicarne due , lontane geograficamente , ma vicine nel loro valore simbolico e molto originali ed importanti .
Da CRACOVIA , più in particolare dal quartiere di Nova Huta ( nuova acciaieria), ben conosciuto dal giovane Karol   ,è partito in questi giorni un  Museo itinerante che attraverserà tutta l'Europa per mostrare video ed oggetti personali di Karol WOJTYLA, che è stato un Papa vivo, ma prima ancora  un uomo straordinario  da operaio,da studente ,da attore , da seminarista , da sacerdote e da giovane Vescovo.Le sue performances umane , spirituali ,lavorative , creative e  religiose erano note a Cracovia fin da quando era un giovane molto  impegnato in vari settori della vita ordinaria e sacedotale che hanno avuto il suggello con l'elezione a Papa Giovanni Paolo  II nel Conclave del 1979, per iniziare un  lungo ed infaticabile cammino  nella Chiesa cattolica , apostolica e romana.  Il film di Zanussi "Fratello del nostro Dio" ( Our God's Brother ) è stato tratto , per citarne uno, dall'omonimo scritto  di Karol Wojtyla e proiettato nella sala Nervi in occasione del restauro della facciata della Basilica Vaticana. 
 I  ventisei anni di Pontificato di Papa Wojtyla  sono stati contrassegnati  da epocali   cambiamenti sociali, umani , geo-politici ,religiosi ed economici in tutti i Paesi del mondo. Quale Vescovo di Roma ha visitato tutte le parrocchie  della Capitale della sua grande  Diocesi ,senza remore e senza timori anche dopo l'attentato subito  in Piazza San Pietro nel 1981, sprigionando dal vivo  amore fraterno per tutti gli abitanti , i turisti e  i cittadini di qualsiasi religione , sesso e razza.
Nel corso del suo infaticabile pontificato e dei suoi numerosi viaggi internazionali , certamente non ridotti dopo l'attentato del 1981 ,Papa Wojtyla aveva saputo trasmettere ai giovani l'indimenticabile grido : "Non abbiate paura ", che i ventenni di oggi non hanno potuto ascoltare , ma che merita di essere rivisto e commentato da tutti anche adesso .
In tale impegnativo e difficile contesto   Giovanni Paolo II   riusciva a concedersi qualche rara ora di riposo esterno della Città del Vaticano e dei suoi mervigliosi e variegati giardini aperti al pubblico  in primavera ed estate. Tutti ricorderanno la sua  passione per la montagna ,anche come sciatore provetto. L'alta  montagna poteva era un antidoto alle fatiche quotidiane , ma soprattutto lo avvicinava anche fisicamente  al Regno dei Cieli ? Con l'avanzare dell'età  ,negli ultimi anni di vita terrena, predilegeva  per
la preghiera solitaria   e il silenzio della natura , una sconosciuto "rifugio contemplativo", a  circa 80 km dalla Città del Vaticano ,nel territorio montano  di Piglio , un suggestivo Comune medievale in provincia di Frosinone -  nella località "Inzuglio"- situata a circa mille metri s.l.m. tra il Comune noto soprattutto per Docg Cesanese  gli Altipiani di Arcinazzo.Di questa straordinaria e riservata "opzione " di estemporaneo riposo naturalistico  di Papa Vojtyla si è avuta conferma ufficiale soltanto un anno prima della sua morte .Il 15 aprile 2004, una autovettura blindata - con una tranquilla scorta al seguito- transitò per strada provinciale che conduce a Piglio nella tarda mattinata con  andatura moderata e senza suoni e sirene .Alcuni abitanti del posto , già   consapevoli di questi  "fuori porta" del Papa , incuriositi dal piccolo corteo,si recarono all'altezza dell'Inzuglio -Madonna del Monte , trovando inopinatamente inaccessibile e presiedato l'ingresso del laghetto da parte di  cortesi agenti in borghese.  Era nei fatti la conferma "indiretta"  della nuova ed ultima  presenza del  Papa polacco , sofferente e  malato,nel territorio di Piglio.  In questa occasione  fu vista la  tenda - installata sulle alture degli Ernici - per il riposo e il  raccoglimento del Santo Padre.
Da Cracovia a Piglio(Fr) il tragitto  è ormai davvero breve , senza barriere e senza dogane tra i Paesi dell'UE. .Il  Museo intinerante per Papa Wojtyla sta attraversando l'Europa.Chissà se non possa fare tappa anche a Piglio.L'occasione propizia potrebbe essere sabato 30 aprile quando il Sindaco Tommaso Cittadini,   l'Ammnistrazione Comunale, le Parrochie guidate da Don Gianni , unitamente a quella degli Altipiani di Arcinazzo con i promotori Passeri, Culicelli,Pacetti , Tufi , gli Assessori Bedetti e Ceccaroni e tanti altri ,procederanno alle ore 11,00 ad inaugurare l'erigenda Statua  su un " angolo del paradiso dei prati pigliesi  di  Santo Biagio in onore e in ricordo del Papa Santo,per il quale anche la pregressa Amministrazione del Sindaco Gabrieli  aveva deliberato in tal senso fin dal 2006.La prossima  Beatificazione  ha fatto accelerare  i tempi per la posa dell'importante e significativo ricordo del grande Pontefice Giovanni Paolo II.

pileum

Qui Lazio: Vita di collegio: 25. Due in italiano

Qui Lazio: Vita di collegio: 25. Due in italiano: "Il vicerettore don Lorenzo Fabrizi, benemerito per tante capacità educative, maestro emerito di francese, nostro educatore di musica e canto..."

domenica 10 aprile 2011

I TURISTI CINESI in ITALIA

Tra le tante lettere che lo scrittore e giornalista Sergio Romano pubblica ogni giorno sul quotidiano CORRIERE della SERA ne riportamo una interessante  di ieri - 9 aprile -che parla dell'economia cinese. Brasile,Russia, India e Cina sono i quattro paesi del BRIC con i quali l'Italia dovrà misurasi subito e nel futuro. 

" Dal rapporto annuale del Centro studi della Fondazione Italia -Cina, emerge che i cinesi che hanno visitato l'Italia lo scorso annosono stati circa un milione, superando giapponesi e americani per livello di shopping nel nostro Paese. Contriamente a quanto si ritiene , ciò che desta meraviglia è il fatto che la spesa media  ( rilevata per il rimborso dell'Iva ai clienti stranieri ) è stata pari a 869 euro, il 43% superiore a quella giapponese e ben al di là di ogni  più rosea aspettativa .Meno male che la Cina c'è !

Attilio Lucchini  "

Nella foto: turisti italiani in Olanda.

venerdì 8 aprile 2011

PIGLIO - Una chiesetta ed un ostello abbandonati sulle alture dei monti Ernici

di Giorgio Pacetti.

Un airone sorvola la zona Inzuglio-Santuario Madonna del Monte nei pressi degli Altipiani di Arcinazzo che si vedono dalla caratteristica zona montana, fino a pochi anni fa molto frequentata dai turisti e  pellegrini di ogni età in viaggio a piedi verso il Santuario di Vallepietra della SS. Trinità.
Era da  molto tempo che nella zona dei Monti Ernici, tra Piglio e i famosi Altipiani di Arcinazzo ( una volta residenza estiva prediletta dall'alta borghesia romana), non si vedeva un airone.
Questo simbolo di una natura incontaminata contrasta stranamente  con la realtà di una fauna e flora purtroppo degradata. Perfino il sentiero EUROPERO  E1 e la connessa VIA FRANCIGENA visibile nella foto, che dovrebbe essere il simbolo vivente di una natura incontaminata, è invaso da zecche, da sterpaglie, da cornacchie, da cinghiali, da rifiuti speciali,da materazzi, da televisoiri ed altro.Questo assurdo stato di cose mal si coniuga con un ambiente sano che un airone dovrebbe preferire per una sua eventuale, anche se provvisoria, stazialità. Nel suo volo di ricognizione ha probabilmente constatato che la situazione dei luoghi non era delle più appetibili perchè lo abbiamo visto allontanarsi quasi con disgusto.
E' una vera e grave negligenza per il "bene comune" negligenza lasciare nell'abbandono un caratteristico e naturale paesaggio montano , sulla  cui sommità gli antenati hanno eretto la  Chiesetta della Madonna del Monte quale meta di pellegrinaggi e di necessario ristoro per arrivare al più lontano e noto  Santuario di Vallepietra della SS. Trinità. L'unica Parrochia di Piglio , da oltre un anno affidata al dinamico e sportivo  Don Gianni, aveva stipulato qualche  anno fa (con l'accordo della Diocesi di Anagni) una Convenzione con la Pubblica Ammninistrazione locale , dopo l' esecuzione di  grandi lavori di ristrutturazione della Chiesa e dell'annesso ostello della gioventù . Non è il caso di dare finalmente attuazione agli impegni i  assunti dalla Parrocchia e dall'Amministrazione Comunale per far rivivere adeguatamente e con tutti i servizi pubblici , la suggestiva zona della Madonna del Monte?
E chissà se l'airone non trovi una gradita sorpresa fra qualche mese dopo gli urgenti provvedimenti del Sindaco e del Parroco di Piglio  riguardanti la zona della Madonna del Monte, che la fotografia illustra con un suggestivo sfondo montano ?  

giovedì 7 aprile 2011

VINITALY Verona 2011 - IL DOCG CESANESE DEL PIGLIO (FR) NELLA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI VERONA

Da oggi - 7 aprile 2011- 13 aziende vitivinicole della provincia di Frosinone e 104 del Lazio parteciperanno da protagoniste all'annuale edizione del VINITALY di Verona per presentare i loro pregiati vini. 
Pierluca Proietti e Maria Berucci , Presidente e Direttrice della "Strada del Vino Cesanese" ,prAteciperanno ad una tavola  rotonda con l'Associazione nazionale Città del Vino e il Centro studi sulle strade del Vino,dell'Olio e dei Sapori. "Andremo a confrontarci sulle strategie di rinnovamento del sistema turistico locale ", ha precisato Maria Berucci, "per la promozione dei prodotti e  del   territorio del frusinate", d'intesa con le Istituzioni Regionali, Provinciali e Comunali  e con gli organismi di settore.L'intero territorio della Regione Lazio  è  rappresentato dai vari produttori  al salone internazionale di Verona , dove l'unico vino rosso DOCG del Lazio è il Cesanese del Piglio.
Già famoso all'epoca dei Papi di Anagni , da qualche anno il Cesanese del Piglio  ha conquistato il gusto dei grandi intenditori , italiani e stranieri, con sue note etichette Araldica -De Antiochia della Cantina Sociale , dell'azienda Coletti , della Trifora delle Terre del Cesanese, delle Vigne Sugamele, delle Aziende Terenzi , Giuliani,  Emme ecc..
Paolo De Cesare, direttore della Coldiretti di Frosinone e Pierluca Proietti si sono dati appuntamento a Verona , dove questo pomeriggio si è svolto l'interessante dibattito /incontro tra gli operatori del settore  "Dal lavoro della vigna riparte l'economia" approfondendo le nuove tendenze italiane nell'agricoltura.
 IL vino crea lavoro, è stato sottolineato  ,perchè sono oltre duecentomila( di cui 50.000 giovani)  gli addetti del settore, con una crescita dell'1,9% rispetto al 2009 e  in controtendenza rispetto al resto dell'economia italiana. Nel padiglione "Palatium"della fiera scaligera in 2500 metri quadrati saranno ospitate le più significative aziende vitivinicole del Lazio.
 A.I.
  

mercoledì 6 aprile 2011

per : pileumblogspot-degustandopiglio.blogspot.com

MADE  IN  ITALY

Mentre l'Italia si sta battendo strenuamente a Bruxelles perchè venga riconosciua la tracciablità dell'origine dei prodotti, e quindi la protezione del "made in Italy", a Roma alti dignitari dello Stato viaggiano con vetture straniere,che, anche per questa indebita promozione, stanno inondando il nostro Paese.

Cordiali salti

L. A. -Milano

martedì 5 aprile 2011

Qui Lazio: Vita di collegio: 21. Le lezioni di musica

Qui Lazio: Vita di collegio: 21. Le lezioni di musica: "Tra le ore di lezione scolastica, uno spazio importante aveva anche l'ora di musica. Ovviamente, l'avvio al sacerdozio comprende anche l'edu..."

Libro "Capitan Coraggio ..." Ed.RA - 1994 - Commento da Milano

Riceviamo e pubblichiamo :

 "Milano , 4 aprile 2011

Caro Iadicicco,

ho letto con attenzione il libro  "Capitan Coraggio...."  pubblicato sul Suo blog "pileum.blogspot.com". Non mi torma difficile essere d'accordo con lei, sui vari temi che  tratta.
Le voglio confessare che nel '94 , quando si presentò Berlusconi sulla scena politica, votai per lui. chiudendomi occhi, orecchi, bocca ed altro. Pensavo, come tanti italiani, che fosse l'unica persona in grado di fare (finalmente ) quelle riforme che  l'Italia attendeva da decenni. Purtroppo le riforme le ha fatte,ma ad uso proprio. Di quelle che intressavano al Paese , è partita solo la Riforma della Scuola e dell'Università, la riforma della giustizia è partita male, il federalismo è al palo e la riforma  del fisco è rimasta nelle intenzioni. 
Di liberalismo non si parla più , mentre , nel frattempo , i nostri ( si fa per dire ) rappresentanti si stanno arricchendo in modo vergognoso e volgare.
Nelle due ultime votazioni mi sono astenuto e altrettanto farò nelle prossime , se non cambierà il quadro politico attuale.
Le auguro una buona giornata.

A. L. "  

    Ringraziamo il lettore A.L. per la Sua serena, sincera ,sintetica ed utile analisi  dei fatti politici e governativi degli ultimi 17 anni in Italia nell'esercizio del "diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" come previsto dall'art. 21 della Costituzione Italiana.  

lunedì 4 aprile 2011

Qui Lazio: Colpaccio del Napoli e dell'arbitro Banti ai danni...

Qui Lazio: Colpaccio del Napoli e dell'arbitro Banti ai danni...: "Delle otto squadre prime in classifica 5 hanno perso (Inter, Udinese, Lazio, Roma, Palermo). Da notare che in quattro hanno perso a zero gol..."

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venerdì 1 aprile 2011

Qui Lazio: Vita di collegio: 18. Il grande Torino

Qui Lazio: Vita di collegio: 18. Il grande Torino: "Quanti ammiratori aveva, nel nostro seminario, il grande Torino, vincitore di quattro scudetti consecutivi tra il 1945 e il 1948! Il calcio ..."

mercoledì 30 marzo 2011

PIGLIO – Agenzia IT MultiServizi- Titolari dott.ssa Angela Iadicicco e dott. Stefano Tufi

PENDOLARI D’ITALIA TARTASSATI


 

di GIORGIO ALESSANDRO PACETTI : per i pendolari d'ITALIA oltre il danno è arrivata anche la beffa: i lavoratori pendolari pagano disagi e tasse, mentre la casta del potere viaggia gratis.

Anche quest'anno non si potrà detrarre la spesa dell'abbonamento dalla dichiarazione dei redditi riferiti al 2010.

I pendolari fino all'anno scorso potevano scaricare parzialmente dalla dichiarazione dei redditi la spesa dell'abbonamento.

Una rivendicazione questa che il sottoscritto , ex Presidente della Consulta dei Comitati Pendolari del Lazio, aveva fatto proprio da moltissimo tempo. Per la verità tale proposta venne avanzata nella seduta del 7 Novembre 2000 n° 805, dall'On. Enzo Savarese, capogruppo di AN, in Commissione Trasporti alla Camera, presentando degli emendamenti al disegno di Legge Finanziaria per il 2001, proponendo la defiscalizzazione degli oneri per i titoli di viaggio a favore dei lavoratori pendolari. La proposta non passò per soli 20 voti.

La stessa proposta era stata reiterata dall'On. Angelo Santori, che aveva inviato nell'anno 2003 a Pacetti un fax in cui rinnovava "l'assicurazione del suo costante interessamento verso i pendolari, fornendo letteralmente il titolo della proposta di Legge che qui riportiamo:


"
Misure a favore dell'uso dei mezzi pubblici per gli spostamenti pendolari".

A margine di questo provvedimento vi era anche un interessante risvolto che riguardava l'ambiente: si otteneva cioè di incentivare l'uso del mezzo pubblico a scapito dell'automobile.

Anche questo provvedimento aveva portato notevoli vantaggi ai contribuenti come quello della detrazione del 35% per i lavori di ristrutturazione edile delle abitazioni, che aveva favorito non solo l'occupazione ma anche il miglioramento del patrimonio immobiliare esistente.

Purtroppo, nelle novità introdotte dall'attuale Governo, preso da altri problemi internazionali e dalla crisi economica che sembrava in via di superamento ,si evince dalle "istruzioni per la compilazione del Mod. 730/2011 per i Redditi 2010", che i pendolari non potranno detrarre le spese di trasporto. E' la solita storia che a pagare sono sempre i lavoratori ,i dipendenti a reddito fisso e i pensionati , mentre aumenta nuovamente l'IRPEF regionale anche per pagare gli emolumenti ai 13 ASSESSORI ESTERNI che costano ai contribuenti 1,5 MILIONI DI EURO L'ANNO.


 


 

lunedì 28 marzo 2011


NEWS dagli Altipiani di Arcinazzo

STEFANO SPADARI è il nuovo lupo della ROMA della squadra allievi nazionali , guidata dal trainer Stramaccioni. Con il suo numero 10 è stato un ottimo inizio, che può diventare presto un indizio del futuro campioncino , in attesa di altri traguardi ..

Domenica 27 marzo, sul campo dei lupetti di GUBBIO, ha realizzato la sua prima strabiliante doppietta, con tanto di notizia pubblicata dal quotidiano sportivo " Il Romanista".

Stefano si è trovato nelle condizioni ideali, sportive ed ambientali, per mettere a segno le due reti da allievo nazionale , con tanto di tifosi partiti dalla località turistica degli Altpiani di Arcinazzo, dove l'inverno può anche capitare di vedere qualche lupacchiotto vero a passeggio tra le nevi dei monti circostanti. Papà Umberto è entusiasta , con calma ragionata -secondo il suo flemmatico carattere -per la performace del bravo Stefano che ha avuto - per l'occasione l'immancabile -sostegno della madre Mariella , degli amici e dei super tifosi Manuela e Renato Tito.

Domenica prossima 3 aprile gli allievi della Roma scenderanno nel campo amico di Trigoria, dove il giovane SPADARI potrà contare su tutte le sue capacità e potenzialità calcistiche e motivazionali , sosteneute anche dai sui numerosi fans , romani , romanisti, trebani e ciociari.

I lupi sportivi sono sempre presenti ,anche al centro di Roma in via della Lupa. Speriamo che l'editore del blog mi dia il permesso per essere presente a Trigoria domenica mattina. A.I.

Qui Lazio: Vita di collegio: 15. Il paese più bello

Qui Lazio: Vita di collegio: 15. Il paese più bello: "Tra noi adolescenti delle prime classi si accendevano aspre discussioni sui nostri paesi di origine. Qual era il più bello? Nella nostra cla..."

domenica 27 marzo 2011

Le ostetriche di una volta : Carolina Bosco


 


 


 


Le ostetriche di una volta : quando il servizio professionale richiedeva il supporto di cavalli , muli , camminate e tanta motivazione umana. L'ostetrica Carolina Bosco arrivò Piglio- Comune montano della Ciociaria - nel lontano 1939 proveniente dal natìo Comune abruzzese Torre dei Passeri (Pescara) dove era nata nel 1911 .Dopo aver seguito con grande profitto gli studi di Ostetricia nell'Università di Camerino, aveva vinto il concorso di " levatrice" indetto dal Comune ciocario per esercitare la sua professione nel territorio pigliese , noto già all'epoca per le sue bellezze naturali ed architettoniche, ma soprattutto per suo vino rosso Cesanese.

Preparata professionalmente, piena di entusiasmo e slancio umano, doti caratteristiche della sua personalità che avevano sempre animato ogni sua azione, conquistò in brevissimo tempo la fiducia della popolazione, principalmente delle donne che a Lei si rivolgevano per consigli sulla gravidanza o nella imminenza del parto. Per far fronte alle difficoltà dell'epoca pre –bellica e post è stata sempre pronta, corretta e disponibile nelle ore del giorno e della notte, anche durante l'infuriare della guerra e dei bombardamenti. La brava Carolina, principalmente a piedi o a cavallo di muli e di asini, raggiungeva le abitazioni delle partorienti , dislocate nel centro storico , in periferia e nelle lontane contrade del vasto territorio comunale, approntando funzionali ed igieniche sale operatorie volanti. Questa efficiente e dinamica ostetrica , coadiuvata e guidata da un grande ginecologo e cardiologo, il dott. Luigi Fargnoli, ciociaro di Pignataro Interamma, allievo prediletto del prof. Giuseppe Moscati dell'Università di Napoli, tra i pionieri nell'introdurre in medicina gli elettrocardiogrammi, ha fatto venire alla luce centinaia e centinaia di bambini, una intera generazione dal 1939 al 1979 nei quaranta anni di onorata professione.La "mammana" Lina, scomparsa nel 1989, con la commozione e il ricordo di tutti i concittadini,avrebbe compiuto i suoi 100 anni nel 2011 .In questi mesi di inizio anno, segnati da cataclismi naturali e da guerre nel mondo , sarebbe un grande insegnamento per i giovani e un atto di riconoscenza dell'Amministrazione Comunale dare un riconoscimento ufficiale a colei che ha dato "una vita per la vita nascente", la Signora Carolina Bosco Ambrosetti per aver svolto la sua delicata e difficile professione in periodi altrettanto difficili , con abnegazione e professionalità , riconosciuta da tutti i suoi concittadini. A.I.

 

mercoledì 23 marzo 2011

Qui Lazio: Vita di collegio: 14. Il Leoniano

Qui Lazio: Vita di collegio: 14. Il Leoniano: "Un collegio veramente stupendo, quello del Leoniano, di Anagni, nato per la formazione dei sacerdoti a livello regionale. Fu istituito agli..."

lunedì 21 marzo 2011

A Piglio opere d’arte e carri allegorici a rischio per scarsi finanziamenti - di Giorgio A. Pacetti


 

PIGLIO:A rischio le opere d'arte nella chiesa di San Rocco-Madonna della Valle. Anche a Piglio, con le dovute proporzioni rispetto a Pompei, il patrimonio culturale versa in condizioni precarie al limite dello sfascio.

Il maltempo che si è abbattuto in questi giorni sulla Ciociaria sta compromettendo le preziose opere pittoriche del 1300 e del 1500 custodite nella chiesa di San Rocco- Madonna della Valle.

Questo perché il tetto restaurato una ventina di anni fa, lascia infiltrare tra i canali di copertura acqua piovana che, permeando le mura perimetrali, provoca umidità all'interno del sacro edificio, compromettendo l'integrità dei preziosi affreschi (in)-custoditi all'interno.

Desta meraviglia e rammarico che non si siano mai trovati i fondi (parliamo di modiche cifre) a fronte dei 148 mila Euro, elargiti dal 2005 al 2008 dalla Regione Lazio e dalla Comunità Montana, richiesti dalla giunta del Sindaco Nazzareno Gabrieli, per finanziare le sagre dell'uva che si tengono annualmente a Piglio la prima domenica del mese di ottobre e che hanno contribuito negli anni a rilanciare il Comune come CITTA' del Vino. Il vino Cesanese, prescelto nel XIII secolo dai Papi di Anagni, da oltre un biennio ha ottenuto la denominazione DOCG , unica nella Regione Lazio per il vino rosso, ora richiesto ed apprezzato in vari Paesi esteri . E' davvero singolare dover constatare che le sfilate dei carri allegorici tenutesi negli anni passati per richiamare i turisti con le tradizioni, l'arte e la cultura contadina , siano state sospese o del tutto dimenticate dai nuovi Amministatori locali. La cultura dovrebbe essere quella dell'homo sapiens che non potrà avere un domani , se non ricorderà il passato. Il sottoscritto fu promotore di un funerale "allegorico" quando nei decenni scorsi una Sagra dell'uva fu inopinatamente sospesa. Forse sarà il caso che ci siano nuovi e più giovani promotori delle tradizioni e della cultura anche nell'interesse delle nuove generazioni . Torniamo alla culura delle opere d'arte.

La bellissima chiesa di San Rocco-Madonna della Valle,
aggredita da un folto strato di erbacce, arbusti, ortica e di ogni genere di vegetazione spontanea, dimenticata per secoli, essendo stata adibita nel 1656 a sepolcreto degli appestati, sembra che voglia vendicarsi dell'oblìo manifestando ai pigliesi i tesori artistici che possiede e che ne fanno uno dei monumenti più importanti del Nord Ciociaria.

C'è da dire che la Soprintendenza ha purtroppo sospeso i lavori di restauro dell'intera struttura perchè la civica amministrazione non ha ancora, a distanza di 20 anni, ottemperato alla canalizzazione del fosso adiacente e allo spostamento di una fogna che potrebbero, con la loro umidità, far tornare gli affreschi nelle degradate condizioni originarie. Più volte si sono rincorse le notizie di finanziamenti in arrivo per restaurare il sacro edificio. Con una lettera del 3 Aprile 2006 prot. 2053 il responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Piglio, faceva presente che l'Ente aveva richiesto alla Regione Lazio, ai sensi della Legge Regionale n° 27/90, con nota del 24/6/2005 prot. 3429, un contributo di 326mila Euro per la chiesa di San Rocco. A distanza di 5 anni nessun contributo è stato ancora elargito dalla Regione. Si aspetta anche qui il crollo come la Casa del Gladiatore di Pompei? Prevenire è meglio che curare!!!

Al fine di non vanificare le spese finora sostenute, da questo blog si fa appello alla sensibilità della Regione Lazio, della Civica Amministrazione ( retta attualmente dalla giunta guidata dal Sindaco Tommaso Cittadini ) e della Soprintendenza ai Beni Monumentali ed Architettonici del Lazio a voler provvedere affinchè, almeno nel prossimo esercizio finanziario 2011, siano stanziate le somme necessarie al completamento delle opere intraprese, in modo da difendere un patrimonio artistico, così prezioso, che non deve essere distrutto per l'incuria di tutti. Giorgio Alessandro Pacetti

domenica 20 marzo 2011

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ANTONIO IADICICCO- CAPITAN CORAGGIO…instant book del 1994- Edit. Redazione Aperta


 

CAPITAN CORAGGIO ...

Berlusconi e Bossi al potere nel 1994


Editoriale Redazione Aperta


 


 


 


 


 


 


 


 

Dicembre 1994

Copyright Redazione Aperta

Portico Litti – ANAGNI


 

Proprietà letteraria riservata


 

INIZIO DELLA SECONDA REPUBBLICA ITALIANA ????

Perché scrivi? Me lo chiedono spesso Adele, Angela e Serena. Per trovare un significato divertente al bombardamento dei mass-media.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Antonio Iadicicco – Capitan Coraggio ---1994

I riferimenti a persone , a fatti e località sono a volte verosimili , altre volte veri , in alcuni casi inventati.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Antonio Iadicicco – Capitan Coraggio …1994

«Amor mi mosse, che mi fa parlare>. (Dante, Inf. II, 72)

 

Se il vostro telecomando insiste con moto apparentemente involontario nel sintonizzare il TG di Emilio Fede cominciate a preoccuparvi. Se poi le tesi del suddetto vi appaiono convincenti è arrivato il momento di premere il pulsantino di spegnimento, in genere è rosso, prendere questo libro e rinfrescarsi un po' le idee su quello che è accaduto durante i primi sette mesi di interregno tra la prima e la seconda repubblica.

Il Capitan Coraggio del titolo non ha niente a che vedere con il più famoso "Capitani coraggiosi" di R. Kipling. Questi, come è noto, viene considerato il profeta letterario del capitalismo buono, che porta grandi guadagni, ma anche e soprattutto sviluppo sociale ed economico.

I suoi personaggi, in questo come in altri racconti, sono buoni e generosi ma anche dotati di grande senso pratico, inventiva e spirito di iniziativa, insomma capitalisti dal volto umano che non hanno occhio solo per il proprio conto in banca ma anche per il bene della comunità nella quale vivono. Agli antipodi dei "Capitani coraggiosi", peraltro molto rari, si

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trova il nostro "Capitan coraggio" che mi riesce difficile immaginare semplicemente come una persona fisica. Questo strano capitano è una specie di allegoria del capitalismo piagnone nostrano che da una parte predica le qualità salvifiche del liberismo selvaggio mentre dall'altra si da da fare per ottenere finanziamenti pubblici o consistenti sgravi fiscali.

Se poi questa visione strumentale e miope dell'economia viene utilizzata anche alla gestione politica del Paese la frittata è fatta, si salvi chi può !

Il Paese reale, quello che i sondaggi più o meno «Pilo-tati» non riescono ad inquadrare, è costretto a tornare sulle piazze, centinaia di miliardi vengono bruciati dallo sciopero generale e dalla speculazione internazionale a causa di qualche falco che vuole mantenere alta la pressione della pentola. Ma non è questa la sola perla del "nuovo che avanza".

Per chi avesse la memoria corta, Antonio Iadicicco ne ha pennellate molte, fissandole pagina su pagina. In alcuni punti del libro, come la descrizione degli avvenimenti nel

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periodo dei mondiali di calcio, sembra di leggere un racconto surreale, è la faccia di Emi-lio Fede, brutta copia del Grande Fratello, a ricordarci che purtroppo è tutto vero, che si é persa una grande occasione di rinnovamento e che ci vorrà ancora un bel po' di tempo prima che si possa veramente ricominciare tutto da capo.

FRANCO CECCONI

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PRESENTAZIONE

 

Scorrendo questo libro, si è favorevolmente colpiti dal tono sarcastico, ma nel contempo sereno e obiettivo, con il quale sono trattati gli avvenimenti che in questi ultimi sei mesi hanno scandito la vita politica nazionale, mettendo in evidenza, tra le righe, i travagli ai quali è esposta la nostra democrazia repubblicana; rileva inoltre V arguta finezza e V amara ironia con le quali viene sottolineato che niente di cambiato vi è sotto il sole, mentre crescono i fautori dell' egolatria e si rafforza, in contrasto con il principio solidaristico, una mentalità egoistica e individualista, che non ha nulla a che vedere con quella di una sana economia di mercato.

Ma dopo l'acuta e vivace disamina degli ultimi accadimenti, l'autore si apre alla speranza e pur non essendo un profeta, resta fiducioso nelle «italiche virtù».

Dopo una piacevole e scorrevole lettura, si possono ricavare utili riflessioni sul «nuovo» che non sempre è buono e corretto e sul «vecchio» che non sempre è cattivo e scorretto . Il lettore può altresì trame salutari insegnamenti per l'avvenire e in conseguenza

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divinare, auspicando che i pubblici reggitori, abbandonati i particolarismi, abbiano ad agire nel superiore interesse della Comunità Nazionale.

Antonio Iadicicco, scrittore forbito e versatile negli impegni, con questa opera satirica ispirata ali'oraziano: «ridendo castigat mores», delinea un quadro abbastanza preciso della situazione politica in questa fase di transizione.

Questo moderno «pamphlet» su Capi-tan Coraggio non potrà non trovare il giusto apprezzamento per la straordinaria delicatezza dei problemi trattati e per la curiosità che suscita nella lettura.

Avv. PIER LUDOVICO PASSA

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1 - PAROLE D'ESTATE

 

Dalla piazzetta di Portogruaro le sei reti televisive italiane erano inondate da messaggi rassicuranti.

Italiani, state tranquilli sono uno di voi, annunciava con un sorriso smagliante Capitan Coraggio alla moltitudine di bagnanti che dalle coste della Liguria a quelle della Sardegna, della Calabria, della Puglia, trascorrevano alcuni giorni di relax in coincidenza con le sudate e irrinunciabili ferie estive. Per la verità, il Capitano tranquillizzava tutti, era rassicurante con la sua «shirt» da steward (ahimè, questi anglicismi ci lavano il cervello più delle onde marine e della TV commerciale). La leccatina di gelato, assaporato con il garbato modo tipico dei grandi condottieri, ci assimilava tutti nel coro della grande gelateria italiana, desiderosi di refrigerio e di grandi slanci festaioli.

Che beatitudine, che uguaglianza! Siamo tutti raggianti, tutti nella stessa barca a remare nel verso giusto alla faccia del caldo asfissiante, dei buchi dell'ozono e delle lotte degli ambientalisti.

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Remare contro non si poteva, anche se qualcuno ci provava.

La calura dell'estate '94 non permetteva di andare contro corrente; era meglio restare immobili sotto l'ombrellone e godersi lo spettacolo della azienda Italia in forte ripresa.

Riprendevano vigorosamente le feste, gli incontri, i cocktails, gli antichi amori, gli investimenti per un «nuovo miracolo italiano».

Erano urgenti e stimolanti gli antichi amori politici, le sopite alleanze, i trasversalismi, le riscoperte di nuovi o di dimenticati «tenenti di fregata» in attesa di un posto al sole nei lidi di Venezia, della Costa Smeralda, di Anzio, di Gallipoli...

Accantonati i viaggi transcontinentali con qualche eccezione, come vuole la regola, alcuni avventurosi erano partiti per il Grand Canyon, per la Thailandia, per le Seychelles o per i verdi e abissali mari del Madagascar o per il solito giro turistico in Kenya, dove si

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poteva fumare qualche spinello con la vista del Kilimangiaro innevato, geloso custode delle trasgressioni occidentali.

La «crema» politico-imprenditoriale era rimasta pressoché in Italia ad intrecciare rapporti, ad elucubrare testi legislativi, a preparare decreti legge, a suggerire nuove fusioni e trasformazioni, a progettare il rilancio e lo sviluppo in una società finalmente liberista, fortunatamente salvata dall'illiberismo consociativo della prima Repubblica.

Felicità per tutti per il pericolo scampato... Gli argomenti erano di grande attualità e di grande spessore economico-sociale.

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2-CALCIO E GIUSTIZIA

 

Un'atmosfera ovattata di generalizzata soddisfazione avvolgeva l'italica popolazione che aveva conquistato i nuovi approdi marini e gli esaltanti fasti politici.

In un baleno sembravano caduti nell'oblìo tutte le nefandezze ed i misfatti passati e recenti. Nel mese di luglio, insieme a tante gioie e clamori, si erano avute avvisaglie di alcune impercettibili contraddizioni e la larvata resipiscenza dei pentiti.

Gli Azzurri inaspettatamente ed orgogliosamente si erano qualificati per il gran finale della World Cup (l'inglese ci perseguita, come la pubblicità!).

Il grande ribaltone del campionato del mondo aveva portato Dino e Roberto B aggio a superare la Bulgaria nello stesso giorno in cui si celebrava il revival del nuovo con un decreto salva-tutti.

Era il giorno della qualificazione per la finalissima di Los Angeles, il giorno del

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trionfo per il calcio italiano. Perché attardarsi in complicate dispute giuridiche. II Decreto Legge avrebbe aperto le dure porte delle patrie galere a quei galantuomini che avevano «distratto» poche centinaia di miliardi di lire svalutate.

Ingenui politici, managers e imprenditori eccellenti erano caduti nel vecchio sistema di scorrettezze e «mariuolate». Inezie! E' meglio fregarsene. Il 13 luglio gli Azzurri avevano conquistato la qualificazione alla finalissima contro gli inesperti bulgari, noti più per le trame politiche che per le triangolazioni del calcio giocato. La spensieratezza veniva esaltata qualche ora dopo. Giornali, radio-giornali e reti televisive, il 14 luglio annunciavano che l'Italia paludosa della Prima Repubblica voltava pagina con la riconquistata libertà ed i ladri erano liberi dopo le vessazioni del rigore «forcaiolo».

Erano trascorsi 205 anni dalla presa della Bastiglia e in Francia ricorreva la festività nazionale.

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I    calci di rigore assegnavano il 2°
posto all'Italia nella finale con i «carioca»
nello iellato 17 luglio. Forza Italia, forza
azzurri
era il grido di gioia profonda che
aveva unito per un mese i tifosi italiani.

La festa calcistica si apprestava rapidamente all'epilogo.

In novembre gli "Azzurri" crollavano con la Croazia a dispetto dei miliardi dell'Arrigo nazionale e della fortunata lotteria "Gratta e Vinci". La fortuna col Mundial era finita.

II    rigore della giustizia però trionfava.

I più rigorosi si apprestavano ad inviare fax di protesta ai giornali contro il decreto di alleggerimento delle carceri.

Le case penali erano sovraffollate e l'umana giustizia non poteva consentire ai galantuomini di vivere in condizioni disagiate nelle celle dei penitenziari utilizzate per due o tre ospiti in spazi ridotti e in condizioni igieni-

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che disastrose. La dignità dell'uomo andava salvaguardata con il sacrosanto principio che «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva». Restava la valuta-zione morale dei Politici indagati.

Carcerazione preventiva: è giusta o ingiusta? I principii umani e i valori della persona e della dignità andavano tutelati, dopo decenni di tentennamenti e di interminabili controversie.

I ragionamenti delle «colombe» si accavallavano con quelli dei «falchi». Le critiche rivolte al provvedimento della scarcerazione erano pretestuose.

Una nuova liberazione nazionale, dopo quella di cinquanta anni fa, faceva timidamente capolino per il riscatto degli oppressi pentiti.

Calcio e carcere si confondevano nei commenti di luglio, quando è più importante proiettarsi nel clima vacanziero.

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I decreti legge si possono cambiare, «non sono come i sette comandamenti», annunciava candidamente in televisione il Ministro Ferrara, affaticato e madido di sudore.

Mesi dopo scriveva una lettera aperta al suo Capo per chiedere il ripristino delle regole del gioco!

Da affermato giornalista provocava l'indignazione del «fior fiore» dei Ministri.

Smettila con l'ordine e il numero dei comandamenti, una svista da affaticamento può capitare a tutti e tu non puoi permetterti di censurare gli invincibili, sussurravo all'amico criticone. Tutti parlano e molti scrivono, anche a sproposito. Annotare qualche riflessione sui veloci rinnovamenti e cambiamenti fa bene allo spirito e alla salute.

Qualche ragione c'era. Anche la lingua italiana stava cambiando. Congiuntivo e passato remoto erano in via di estinzione.

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L'inglese ci stava invadendo. A viale Trastevere si sentiva dire «Vorrei che ne parliamo», con il qualificato supporto di una «expertise» linguistica immediatamente richiesta dall'efficiente Ministro della Pubblica Istruzione con l'obiettivo di tranquillizzare genitori e studenti.

Ricominciavamo nel frattempo le autogestioni e le occupazioni delle scuole.

Fortunatamente la lingua italiana ancora una volta superava la «lira», rimanendo la lingua puf stabile d'Europa per merito soprattutto della televisione che aveva realizzato la vera unificazione linguistica. Parola di esperti e di intenditori e non frutto dei sarcasmi dei nostri giorni.

Dei punti fermi erano stati seminati prima dell'avvento del "nuovo" che non è mai stato sinonimo di "buono".

I figli della prima Repubblica pensavano di cancellare tasse, Politica, deficit, iniquità", disoccupazione, degrado ambientale, emarginazione e quant' altro fosse necessario

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rinnovare, con il semplice tratto di penna usato il 27 e 28 marzo .

La velocizzazione dell'informazione parlata, scritta e televisiva richiedeva qualche nota scritta per non dimenticare rapidamente i singolari segnali di cambiamento.

In ottobre eravamo già pervasi da varie amnesie sulle mille divagazioni estive. Era meglio il decreto legge o il disegno di legge per disciplinare la custodia cautelare? Penalisti, giuristi, politici e gente comune tentavano invano di chiarire le loro posizioni, ma l'incomunicabilità restava sovrana.

Alla fine il «buon senso», come ci ripeteva Capitan Coraggio, prevaleva con il trasferimento di un addolcito disegno di legge al vaglio del Parlamento. Decreti legge, disegni di legge, decreti legislativi sono argomenti per studenti universitari e d'estate erano fuori luogo e pericolosi per la tranquillità e il riposo delle menti.

Riprendeva il clima di gioia dei ludi

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estivi. Messi da parte il dolore e la paura, lessico da psicologi, riemergeva lo sterminato oceano delle esternazioni e dei sogni. Scorrevano fiumi di parole più dolci del miele, aveva scritto Cicerone nel "De Senectude".

Da Ponte di Ferro, amena località della Trinacria, arrivavano voci di straordinaria importanza. I separatisti del sud annunciavano con la voce gaudente del loro leader indiscusso che l'Italia potrà godere ancora di un'eccezionale stagione di libertà e di democrazia.

La protesta dei rivoltosi era stata contenuta. La separazione a suon di campane, cannoni e bazooka non era avvenuta.

La saggezza di Capitan Fracassa, un «lumbard» emigrato in Sicilia, era prevalsa con i voti dei compagni di lotta nelle «gabine» elettorali e gli sciagurati usurpatori di Roma erano stati destituiti pacificamente e democraticamente, con un dolce termidoro italiano. Alleluia, Alleluia. Un altro pericolo era stato

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allontanato!

Per festeggiare la concordia ritrovata, Capitan Fracassa trascorreva una ludica notte nella residenziale villa di Capitan Coraggio, cedutagli nel 1974 da una bella e giovane ereditiera, rimasta orfana, tramite i buoni uffici di un avvocato rampante destinato a diventare Ministro nella nuova Repubblica. Il Cesare al di sopra di ogni sospetto.

Con grande lungimiranza iniziava la «scalata» alla nuova Repubblica da rappresentare con grande signorilità" e innato stile internazionale, senza oneri per lo Stato.

Straordinarie capacita" di business-man e di non comune senso dello Stato facevano capolino nel periodo in cui si paventava il pericolo del sorpasso «rosso» sul biancofiore.

Il Dottor Sottile della Nuova Repubblica, in navigazione nel Pacifico, taceva, lasciando a briglia sciolta i suoi cavalli di razza, incontinenti nelle cavalcate d'assalto.

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3-LA RAI

 

Correvano bei tempi, ma l'onda travolgente dei nubifragi estivi era in agguato. L'onda lunga coinvolgeva i paraggi di Viale Maz-zini dopo aver sconvolto le verdeggianti colline dei Castelli Romani e della Ciociaria, terre notoriamente generose nelle grandi svolte sto-riche.

Tra le singolari dispute di conti economici, conti patrimoniali e piani triennali, gli emeriti Professori della RAI perdevano la partita a scacchi malauguratamente intrapresa con i nuovi vincitori e reggitori dell'etere di Stato.

La grande sfida privilegiava il mondo dell'impresa e dei managers con un invincibile pedegree imprenditoriale e con un profilo etico-professionale di ineccepibile lignaggio.

Il più giovane dei Consiglieri della RAI S.p.A. è uno dei più brillanti rampolli dei Marchini (bei tempi per i romanisti e quanti ricordi per i giallorossi!) una stimata famiglia di self-made-men nel caotico mondo delle

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costruzioni.

L'ingegner Alfio è uno dei più qualificati

alfieri della dinastia.

Dicono che somigli a... Ridge, il personaggio

di Beautiful, uno dei migliori filosofi della

politica contemporanea.

Il Presidente, la spigliata donna manager Letizia Brichetto Moratti, con il cognome del marito imprenditore evocava ai vacanzieri di luglio innate doti di capacità, di successo e di grande umanità e un po' di quell'oro nero di cui nessuno ormai può fare a meno.

A proposito di petrolio, un vispo e sfortunato scalatore finanziario, Florio Fiorini, che petroliere con estrazione finanziaria lo è diventato, ha scritto nel carcere di Champ Dollon che: «II petrolio contiene tutti gli elementi che compongono i vegetali e gli animali. Anzi, si può dire che è vero anche il contrario: tutti gli esseri viventi, l'uomo compreso, sono dal punto di vista chimico degli idrocarburi arricchiti» (da Ricordati... da lontano).

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La prima Repubblica annoverava anche questi geniacci, che alle elevate specificità professionali univano competenze e conoscenze mondiali, qualche volta messe in discussione con alcuni comportamenti disinvolti.

Sul nuovo management della RAI non era plausibile attardarsi in critiche e discussioni. Su questa prima scelta, secondo le italiche abitudini, sono piovuti fiumi di critiche, sono state riempite intere pagine di giornali e ore e ore di trasmissioni televisive.

Le scelte erano state effettuate dai massimi vertici del nuovo Parlamento, ma con i tempi che corrono ogni decisione viene considerata allo stato embrionale, appena abbozzata e provvisoria, in attesa di altri passaggi. «Panta rei», dicevano i greci. Tutto scorre filosofeggiava Eraclito.

Cambiano i tempi, ma non mutano le filosofie.

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Erano cambiati freneticamente i suonatori, ma la musica suonata emetteva note assordanti della vecchia confusione.

Lasciamoli lavorare, ripetevo con insistenza ai critici e godiamoci le vacanze. Governanti e managers andranno valutati soprattutto per i loro risultati e finora i nuovi arrivati li avevano conseguiti nelle precedenti attività. Il primo banco di prova veniva superato dal Consiglio di Amministrazione RAI con la nomina a tambur battente del Direttore Generale, un ingegnere con collaudate ed elevate capacità manageriali. Nel 1967 già eccelleva nell'organizzazione aziendale e con la pubblicazione di apprezzati testi in materia. Onore al merito, per l'ingegnere con le biglie e diamo a Cesare quel che è di Cesare senza cercare il pelo nell'uovo. La comune vocazione di Billia e Celli per la riorganizzazione aziendale e le affini propensioni creative e culturali non salvavano dal ricambio il Direttore del Personale di Viale Mazzini, il Barbarossa della RAI, per via del suo pelo fulvo! Alcuni giorni prima delle ire

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di agosto aveva tessuto il migliore degli elogi al suo nuovo Capo avuto in testa per sole 24 ore (non quelle del giornale), ma temporali. Dopo una «overnight» non si erano innamorati e la separazione diventava inevitabile. Dopo un anno scarso di RAI, Celli sceglieva, fra tanti optionals, una nuova «missione impossibile» nello sfidante mondo della telefonia avanzata. Nella eccitante notte d'amore aveva dichiarato al suo partner che: «era riuscito in qualcosa in cui non era mai riuscito nessuno». Si riferiva alla totale informatizzazione del-l'INPS e non all'ars amandi, ovviamente.

Proprio colui che del «cavallo di Troia» di Viale Mazzini aveva fatto l'emblema del cambiamento.

Pochi mesi prima aveva scritto su "// Sole 24 Ore" che: "la svolta politica smantella le carriere predatorie e rende difficili i tentativi di ricollocazione".

Non era finito l'anno e inopinatamente iniziavano i gironi di ritorno dei vari. . . cam-

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pionati per eccezionali sfide fuori programma.

Dopo cento giorni di burrascosa luna di miele trascorsa impavidamente sui «sassi rossi» della Cassia, nei pressi di Saxa Rubra, l'ing. Gianni Billia lasciava improvvisamente la Rai con una sensazione di grande sollievo dopo i contrasti e i dissidi con la Presidente, appena ricordata per le sue doti manageriali e umanitarie.

Il manager in carriera tornava da trionfatore nel familiare quartiere dell'Esposizione Universale della Capitale, per assumere la presidenza dell'INPS.

AH' EUR aveva lasciato il segno dell'innovazione con venticinque anni di infaticabile e frenetica attivita\arricchita dall'intermezzo nel Ministero delle Finanze. Per l'inaspettata promozione di Billia un drappello di seriosi deputati progressisti interrogava il Governo per sapere se: «Tali comportamenti non siano finalizzati alla destabilizzazione del servizio pubblico con evidenti bene-

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fici per il concorrente Fininvest».

Un pattista di Segni sosteneva che: «Se Billia era capace il C.d.A. doveva mantenerlo al suo posto. Licenziarlo dopo tre mesi eK un gravissimo danno per la Rai».

E concludeva con una battuta: «Sono pronto a dimettermi da deputato se mi fanno Ministro, Mi sembra che con Billia sia stato fatto più' o meno cosV ».

Le polemiche crescevano di intensità e si intrecciavano con le vecchie e nuove emergenze del Paese .

L'Italia produttiva lavorava , studiava, pregava e viaggiava secondo i tempi, le propensioni e gli obiettivi da raggiungere per l'età" della pensione fissata a 65 anni, con il plauso generale per il ringiovanimento collettivo e per l'adeguamento al contesto europeo.

I Popolari approfondivano con il Prof. Buttiglione la Summa Theologiae di San Tom-

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maso, (più' conosciuto come il Dottor Angelico di Roccasecca), per arrestare la prorompente diffusione della fine dottrina sociale del Dottor Sottile di Boville, nota località" vicino Frattocchie , dove gli ex comunisti avevano la loro scuola di partito, messa in disuso dal piglio avanzante di Alleanza Nazionale.

Buona parte dei cristiano-democratici e gli ex socialisti di successo erano in navigazione con Capitan Coraggio in acque procellose per seguire i corsi di formazione politica ed economica per la rapida e puf affidabile conversione ai valori forti del nuovo.

Terminata la movimentata crociera formativa con forzisti, amici e camerati, il Capitano rompeva gli indugi varando il progetto di legge finanziaria e altri cento provvedimenti per la rinascita del Paese. Eccelleva per competenza, chiarezza e proprietà" di linguaggio, il disegno di legge sul «blind trust». Lo avevano studiato ed elaborato tre esimi professionisti di riconosciuto spessore accademico e culturale, partendo dallo Sherman Antitrust Act.

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Segno dei tempi e delle difficoltà per l'interpretazione del cambiamento. Siamo al rodaggio, ripetevo ai vari interlocutori del momento. Le esternazioni agostane saranno presto ricondotte nel filone della creatività e della correttezza una volta esauriti i colpi di sole. Le nomine RAI per le "testate" erano in corso di definizione e i conflitti di interesse sarebbero stati presto regolamentati.

Ma che dici! Il blitz alla RAI ci porterà al monopolio dell'informazione e presto rimpiangeremo la salutare lottizzazione pubblica, garanzia di pluralismo e di democrazia, ripeteva con cipiglio il mio interlocutore.

Incalzava con altre domande alle quali non mi era facile rispondere in presenza di pregiudiziali che non potevano essere condivise e in assenza del tempo necessario per una analisi serena dei cambiamenti in corso.

Vedrai che con il "blind trust" molti problemi saranno superati. Per questa mia affermazione mi confortavano le argomenta-

 

zioni del leader separatista della Trinacria che da Ponte di ferro aveva annunciato una grande battaglia d'autunno per il superamento del conflitto di interessi per i governanti che associano la gestione di rilevanti attività economi-che (o ne abbiano la proprietà o il controllo) con le cariche di Governo.

Con grande perspicacia linguistica e indefettibile chiarezza, era stato riscoperto il diritto statunitense per rendere noto che la perdita temporanea dei diritti della proprietà veniva definita con il varo del disegno di legge sul "blind trust", recependo lo studio elaborato nelle notti insonni estive dai "tre saggi".

Il testo da loro formulato veniva recepito integralmente dal Governo il 20 ottobre. Ogni modifica sarebbe stata vista con sospetto, precisava uno dei titolari di cariche governative al di sopra di ogni sospetto.

Controlli penetranti delle attività eco-nomiche sarebbero stati attuati nei confronti di Ministri e Sottosegretari in potenziale conflitto

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di interessi. Il divieto all'esercizio di attività professionali è già stato "dribblato" con cessioni ai familiari e ai soci. Il disegno di legge sul "blind trust" ribadiva principi già rispettati da molti governanti che avevano provveduto a liberarsi, in varie forme, delle attività svolte prima della nomina.

Chi aveva paura dello spauracchio? E chi osava alzare tanto polverone? I soliti oppositori, irriducibili sognatori che temevano una legge-fantoccio, dopo una distratta lettura del progetto.

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5 - RISSE, FILOSOFI E LEGALITÀ'

 

Non si erano ancora spenti gli echi della polemica in diretta TV di inizio agosto tra Capitan Coraggio e Baffo Morbido, quando il richiamo alla concentrazione di potere fece ricordare agli italiani l'atroce fine del dittatore Ceausescu il giorno di Natale di cinque anni or sono.

L'eccitante ping-pong tra i due intraprendenti interlocutori, il Presidente e il Segretario D'Alema, aveva improvvisamente richiamato alla memoria le terrificanti immagini di sangue con i corpi straziati del Presidente romeno e di sua moglie Elena.

Ben altra era la situazione del dibattito parlamentare di agosto tenuto per fugare ogni perplessità sulla necessità di regolamentare le attività economiche e professionali rispetto a quelle di Governo.

In un libero Parlamento, democraticamente eletto, maggioranza e opposizione si erano scambiate innocenti scaramucce rimanendo ognuna con i propri inossidabili con-

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vincimenti sotto i divertiti sguardi di milioni di cittadini.

I regimi comunisti sono degenerati nella giustizia di piazza e nei processi som-mari, sostenevano gli uni. La concentrazione dei poteri, di tutti i poteri, ha fatalmente portato le tirannie ad una tragica fine, ribattevano gli altri.

Grandi temi, tremende argomentazioni per dipanare una matassa per niente aggrovigliata, come quella degli interessi economici dei governanti italiani. Molti si erano «staccati» dalle loro professioni e attività.

Per la prima volta i più erano imprenditori e liberi professionisti, dopo il cinquantennio dei politici di professione!! Era una delle novità rilevanti della «nuova» Repubblica e pochi se ne erano accorti.

L'autunno politico volgeva al meglio in coerenza con il clima estivo e con i primi risultati delle nuove azioni del Capitano. Quel-

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lo sindacale sembrava meno propizio.

Politologi e insigni filosofi come Bob-bio e Buttiglione continuavano nelle loro disquisizioni su destra, sinistra e centro.

Il primo rendeva pubbliche le sue nuove «ragioni» politiche elaborate poco prima del ribaltone di primavera. Il secondo passava dalla teoria alla pratica, assumendo l'incarico di segretario di un «Nuovo» soggetto politico. Era il terzo o il secondo segretario del Partito Popolare dopo Don Sturzo e Mino il Traghettatore?

Difficile stabilirlo. Saranno i nostri figli a definirlo, sempre che ritornino alla Politica e alla cultura delle dottrine economiche e sociali. La gente continuava a dare sempre meno peso a queste classificazioni arcaiche. Pochi volevano continuare nell'esercizio della politica attiva, considerata «sporca». Incalzavano i problemi del lavoro, della sanità, della previdenza, del deficit pubblico, dell'occupazione, del dissesto idrogeologico, della giustizia, dei mercati internazionali ecc... Veniva accantonata la discussione sulla riaper-

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tura delle case chiuse, aperta in estate dai buontemponi e dai perditempo.

Incombevano problemi più urgenti come la ridefinizione giuridica e politica della società civile aggiornata con il federalismo.

Soltanto un grande imprenditore catapultato nella politica poteva fare il gran salto.

Raddrizzare la rotta di una barca alla deriva era una missione proibitiva, esaltante e singolare.

Capitan Coraggio era pronto per la sfida. Molti ritenevano che il «cambio» non fosse ancora avvenuto. Minimizzavano il grande successo politico ottenuto da un imprenditore di successo. Non ci volevano stare... al cambiamento e e al nuovo che avanzava con il «polo del Buon Governo». Questo straordinario paradigma linguistico aveva fatto riscoprire agli italiani il tuziorismo delle coscienze.

La singolare capacità comunicativa

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aveva colpito al punto giusto le travagliate coscienze degli elettori, tese alla salvifica ricerca del polo della legalità. La piena di «Mani Pulite» aveva inciso profondamente. Chi si azzarderebbe a chiedere il consenso per il «polo del cattivo governo» ?

Il messaggio promozionale aveva funzionato meravigliosamente «bucando» i piccoli e onnipotenti schermi televisivi ed emozionando le coscienze piìf salde.

Varato il progetto sul «Blind Trust», la Camera dei Deputati non era riuscita a con-vertire il Decreto salva-RAI. Su questo argomento sembravano tornate d'attualità le arcai-che classificazioni. Destra e sinistra si azzuffavano a Montecitorio come ai bei tempi, scatenando un parapiglia divertente e disgustoso.

Montecitorio come un ring? Incredibile, ma vero. La nobile «arte del possibile» era cambiata in sport a conferma del nuovo che avanzava tra paradossi e singolarità.

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Sarà stata la nostalgia per i bei tempi andati o per l'arte pugilistica, ma tutti gli appassionati di boxe la sera del 21 ottobre avevano il privilegio di vedere uno spettacolo sportivo in esclusiva gratuita. Altro che pay-TV !!

Si tornava improvvisamente bambini. «Una piccola, grave ingenuità», veniva definita la rissa di Montecitorio. Sarà stata di cattivo gusto, ma ci siamo divertiti. Non si era detto che il «nuovo» doveva ridimensionare i piagnoni e i falsi cristiani della prima Repubblica per far emergere l'ottimismo del benessere, dello sviluppo e delle nuove e pari opportunità?

E' meglio un Parlamento vivace, per il bene della liberaldemocrazia. Il silenzio non è sempre d'oro e qualche volta in passato collimava con l'omertà.

La mini-rissa parlamentare finiva regolarmente con qualche espulso e qualche ammonito, come si dice in gergo sportivo, più

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propriamente con sospensioni e censure.

I    pochi deputati coinvolti restavano
con le pive nel sacco, dopo aver perduto, come
gli altri, il titolo di «onorevole», secondo la
nuova prassi della «chiamata» di Montecito
rio.

II    difensore dei diritti del cittadino, il
guasta feste Alberto Bertuzzi aveva scritto
oltre dieci anni fa che gli onorevoli erano gli
elettori e non gli eletti.

«Semmai, sono loro che dovrebbero deferentemente onorevolizzare noi cittadini che li abbiamo eletti e stipendiati per godere dei loro servizi, purtroppo molto spesso male o addirittura disonestamente eseguiti» (da II cittadino scomodo).

Il 6 dicembre il Pubblico Ministero Antonio Di Pietro si dimetteva dall'ordine giudiziario «con la morte nel cuore». Anche i giornali stranieri ritornavano con evidenza sui mille giorni del pool «Manos Limpias», «Clean Hands» o «Mains Propres».

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Il Procuratore Capo Francesco Saverio Borrel-li garantiva che «l'azione di giustizia proseguirà senza soste, senza timori, senza debolezze».

Il Dottor Di Pietro farà il Cincinnato a Monte-nero di Bisaccia, lo scrittore, il professore o il leader di un nuovo movimento?

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6-NOMINE e SPOLIAZIONI

 

Il tempo passava e l'amico non vedeva grossi cambiamenti. Poneva attenzione sulla RAI, sulle nomine nelle «testate» e «reti» giornalistiche, dove qualcuno delle «testate» aveva nel frattempo rinunciato, dando testate contro il muro.

Bisognava avere pazienza, fiducia e perseveranza. Il Capitano è nuovo per la politica, non si può chiedere tutto in un colpo. Spendeva dieci in energie e tempo e ricavava uno. La produttività politica era inversa rispetto alle attività economiche e industriali, si lamentava l'ex Capitano d'industria.

I grandi cambiamenti erano in corso.

Era stato varato per la prima volta un progetto di legge finanziaria che non prevedeva nuove imposte. Finalmente ci si avviava sulla strada del risanamento pubblico e privato.

Lo strategico settore energetico si apprestava al gran salto nella Borsa dopo gli

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energici e salutari interventi di risanamento modellati da managers con indubbie capacità d'innovazione e di rilancio.

La rilevante ricostruzione pubblica,col-locata con la mente strategica nei piaceri di via Veneto, perdeva qualche colpo a causa del suo gigantismo d'argilla, provvidenzialmente sostenuto dal caldo settore delle telecomunicazioni in sviluppo.

Qualche prode manager si era dedicato inopinatamente all'insegnamento accademico, rinunciando alla sfida. Il vento implacabile delle privatizzazioni era soffiato con i Ciam-pi's Boys, provocando amate fitte nei vecchi cuori dei boiardi di Stato.

L'eliminazione delle pensioni «babies» si abbatteva come un uragano sui colletti bianchi del pubblico impiego, mentre le truppe «mastellate» tentavano invano un'Urbana fuga dalla funzione per eludere il rischio del lavoro forzato fino a quarant'anni.

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In ottobre c'era stato uno sciopero generale con tre milioni di lavoratori in Piazza.

Chi li ha visti? Il Presidente del Consiglio era sulla Piazza Rossa per sviluppare altri accordi economici per la ripresa, venti milioni di italiani erano rimasti a lavorare, altri trenta milioni, tra zie, nonne, anziani e bambini stavano a casa e i restanti a zonzo o in latitanza.

Soggiungevo, per tranquillizzare l'ansioso, che a fine anno si sarebbero visti i primi risultati positivi,con l'approvazione della legge finanziaria e con la separazione degli interessi economici per i titolari di cariche di Governo.

Ma non si erano già liberati delle loro attività? puntualizzava l'amico distratto.

I membri dell'Esecutivo avevano già provveduto a separarsi da ogni forma di ingerenza o di influenza sulle loro attività

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imprenditoriali e professionali. Lo stesso cava-lier Berlusconi aveva avuto il coraggio e la determinazione di rinunciare alla Presidenza del suo Gruppo imprenditoriale nel momento in cui scese nell'agone politico, quando non sussisteva alcuna incompatibilità.

Cosa vuoi di più? La spoliazione totale? chiedevo all'incauto amico.

Per la trasparenza gestionale degli interessi economici del Cavaliere era stato varato l'apposito disegno di legge sul «Blind Trust». Aspetta fino a Natale e vedrai. Ci faremo i migliori auguri per la serenità del 1995 e per gli anni a venire.

I cambiamenti erano molto repentini e inaspettati.

Per seguirli con attenzione bisognava cambiare i ritmi biologici e la mentalità. Il giorno di «tutti i Santi», il C.d.A. della RAI non rispettava il riposo previsto nel calendario del popolo.

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Effettuava le residue nomine che erano rimaste in bilico tra minacce di clamorose ritirate.

L'Alfio giallorosso, quello di cui si è parlato prima, uno dei migliori Consiglieri del ponte di comando gettava la spugna per insufficienza di gradimento e KO tecnico.

Le dimissioni dell'Ing. Marchini venivano congelate da Donna Letizia, come era accaduto qualche settimana prima per l'Avv. Biondi rimandato al Ministero di Grazia e Giustizia dall'umanime Consiglio dei Ministri.

Tempi e metodi diversi rispetto alle «minacce» di luglio del Ministro Maroni, quando la politica aveva il tono spensierato dell'estemporaneità e il «nuovo potere» muoveva i primi passi.

Le nomine RAI (con tutte le altre in ballo) continuavano a scuotere i difficili equilibri faticosamente riconquistati. La promessa che a Viale Mazzini sarebbe stato spostato ben

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poco risultava in parte disattesa. Migliorava in compenso la qualità delle risorse professionali con inserimenti dosati con il bilancino della storia e della politica moderna, infusi con i balsami medicamentosi estratti dagli arbusti di storace.

I    senatori progressisti, tanto per
essere in linea con i cambiamenti, presen
tavano una mozione per cambiare il Consi
glio di Amministrazione, appena cambiato a
luglio. I candidi Popolari e le colombe Cri-
stiano-Democratiche si univano al voto per
defenestrare Donna Lottizia con Quinto Fabio
Massimo il Temporeggiatore, in versione
moderna.

II    cambio automatico rimpiazzava bril
lantemente quello manuale, il cosiddetto Cen-
celli.
Per il prestigioso Palazzo Koch veniva
no rispettati, con grande equilibrio, i Desideri
di rigorosa autonomia, con sollievo e soddisfa
zione dei mercati finanziari domestici e inter
nazionali e per la stabilità della lira.

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Alla Rai, invece, la bufera continuava, in contemporanea con l'alluvione del Piemonte.

Assemblee di giornalisti, tecnici, programmisti, funzionari e impiegati si univano, gridando, alla richiesta di dimissioni dell'intero Consiglio di Amministrazione, avanzata da più parti.

Non sappiamo ancora come andrà a finire, anche se all'orizzonte del sistema radiotelevisivo pubblico sembra aggirarsi l'ombra di un commissariamento non condiviso.

La situazione era diventata confusa e incontrollabile. Sembrava che il buon senso si fosse volatilizzato. Alcuni forzisti proponevano la privatizzazione del servizio radio-televisivo pubblico, considerato non strategico. Il quadro di riferimento cominciava a delinearsi e i sospetti, conditi da insinuazioni e cattivi pensieri, sparivano improvvisamente.

Un unico gestore dell'informazione radio-televisiva, si diceva, avrebbe garantito

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una certa stabilità politica, un'apprezzabile riduzione dei costi, una maggiore omogeneità gestionale, più uniformità nelle comunicazioni, con la ciliegina dell'abolizione del canone per gli abbonati.

Le opposizioni pregiudiziali dei guastafeste e le esternazioni di Capitan Fracassa facevano rallentare la ristrutturazione del Quinto Potere che aveva surriscaldato generosamente le frequenze di tutte le reti per la prima parte della dodicesima legislatura.

La novella sulla Rai continuava in modo impertinente ancora per molto tempo , ma era necessario distogliere l'attenzione per non lasciarsi bombardare da quegli stessi strumenti famelicamente contesi.

Continuavano le imboscate, le risse e gli affanni. Il fido Gianni Letta, ora alla Presidenza del Consiglio, cominciava nascostamente a rimpiangere i bei Tempi della direzione della testata giornalistica di piazza Colonna, quando poteva distarsi ospitando indigeste e

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pesanti considerazioni personali.

Con il giusto Tempo di invecchiamento, il garbato direttore migliorava in sobrietà, correttezza, fair play, pazienza, saggezza e fermezza.

La fermezza del saggio. Anche il D.O.C. Cesanese diventava più frizzante con il tempo.

Altre nomine non suscitavano clamori, ma infondevano speranze planetarie. Erano quelle di trenta nuovi cardinali effettuate nel segno dell'universalità, della lungimiranza e della grandezza umana e culturale. Dal prete operaio, al diplomatico, allo studioso, all'esimio teologo, al curiale, al comunicatore... provenienti da ogni continente, da cinquant'anni in su.

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7-LA MANOVRA

 

Come andrà a finire? Tout va très bien. Il dodici novembre c'era stata la grande manifestazione sindacale per «riprotestare» contro la manovra finanziaria in una Roma splendidamente assolata e accogliente, con un milione di manifestanti nelle piazze. Pensionati, giovani disoccupati, donne, intellettuali laici e cattolici, artigiani, barbe al vento e colletti bianchi si erano uniti con i professionisti e gli operai giunti da ogni parte d'Italia. Un numero corrispondente ai nuovi posti di lavoro che sarebbero stati creati entro il 1996.

Accuse roventi venivano rivolte a Capitan Coraggio, ingessato dal populismo di Capitan Fracassa e dalla scaltrezza del dottor Sottile.

Con il linguaggio dei bei tempi andati, quasi tutte le organizzazioni dei lavoratori parlavano di stato confusionale e di inaffidabilità della compagine governativa usando slogans esageratamente sprezzanti, come «farsa Italia», «Biondi + Ferrara = cagnara».

I duri, i puri e gli innocenti dell'im-

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prenditoria e dell'economia auspicavano il rafforzamento della manovra del Buon Gover-

no.

Per i sindacati non poteva essere «bevuta» a cuor leggero. I mesi di novembre e dicembre trascorrevano inesorabilmente con le rituali maratone e le interminabili riunioni nei Palazzi che contano, con la riapertura delle trattative, mentre.i tamburi rumoreggiavano nelle piazze e cori irriverenti alzavano il tono della protesta. Qualche sorriso smagliante e italoforzato visto in agosto si attenuava, ma le esigenze del rigore e del risanamento si attutivano quanto bastava per evitare il deprecabile inasprimento della lotta. I ritmi del campionato e i martedì, mercoledì e giovedì delle Coppe Europee lenivano le preoccupazioni innescate dalla grande manovra. Nasceva il mar-me-gio calcistico per soddisfarne le «superiori» esigenze televisive.

Straordinaria potenza del piccolo schermo, ma anche possibile scintilla per lo scoppio dei conflitti di interesse e sindacali.

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Dall'Europa, con le partite, arrivava anche il NO alle eccessive concentrazioni dei mass-media. La commissione dell' Unione Europea era stata invitata a elaborare una direttiva su «pluralismo e concentrazione».

Ma in Italia i riflettori erano puntati sulla finanziaria e sui teleschermi che non venivano «bucati» sulla coerenza economico-sociale della manovra.

Il meccanismo della comunicazione sembrava inadeguato sull'argomento. Spots e cambi dei portavoce non miglioravano il flusso con i telespettatori-elettori. Come andrà a finire? Lo sapremo entro la notte di San Silve-stro nel rispetto delle più classiche tradizioni.

La manovra è soltanto una fase del risanamento, andavo ripetendo al mio inseparabile amico. Replicava con insistenza: «Come andrà a finire nel lungo periodo?». La lira era debole e la Borsa crollava settimanalmente per le voci insinuanti provenienti dal mercato londinese sui...tradimenti di Carlo e Diana e sulla informazioni di reciproca garanzia.

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8 - COME ANDRA' A FINIRE ?

 

Nel 1979 il giornalista Piero Ottone scrisse il saggio intitolato «Come finirà?».

Ed è finita come tutti sappiamo.

Non erano le ruberie, pur nella loro gravita, il male vero della prima Repubblica, scriveva il giornalista, ma la mancanza di coraggio e di innovazioni. Erano gli ingenui tempi della vicenda Lockeed.

Ottone concludeva: «Un Paese che ha disperato bisogno di innovazioni, quale l'Italia, deve esporsi con letizia a tutti i rischi di ciò che è nuovo, deve fare esperimenti con generosità ... per diventare occidentali, gli italiani devono diventare coraggiosi».

Il titolo di Capitan Coraggio riservato al Cavaliere era aderente alla realtà dei tempi e di totale rispetto per il dottor Silvio Berlusco-ni.

Come andrà a finire? Mi chiedi troppo, rispondevo all'amico: Non sono un profeta,

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ma sono fiducioso nelle italiche virtù. Si naviga a vista con fermezza e coraggio tra onde e scogli.

L'analisi dovrà andare oltre il nostro Paese. Gli straordinari cambiamenti di questi anni potrebbero risultare incredibili inezie e singolari mediocrità rispetto all'imprevedibi-lità degli scenari futuri. Le difficili esperienze dell'uomo planetario contemporaneo troveranno risposte e comprensioni universali? Il mio amico riceveva in quei giorni una lettera da un Paese lontano: «Nuos avons égalemant beaucoup de problèmes .... comme vous le voyez la vie n'est plus celle que vous aviez connue... ».

Quale sarà la vita nel 2000, fra appena milleottocento giorni, nell'anno del Giubileo?

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9 - PENSIONI

 

La riflessione sui massimi sistemi conviveva con la quotidianità dei problemi comuni e con il parapiglia dei «tetti» e delle «finestre» sulle pensioni.

L'inesauribile amico chiedeva concretezza.

I «tetti e «finestre» non erano per lui e per noi coperture e aperture di edifici, ma strumenti di gestione del futuro pensionistico nostro e dei figli.

Coloro che hanno maturato i 35 anni di anzianità, soggiungeva, avranno le cosiddette «finestre» per godere la sudata pensione, nel rispetto della scadenza del 1° maggio e 1° novembre correlate alle note combinazioni dei tetti di età, ben inteso, con tutte le riserve dovute agli emendamenti in corso.

Dopo i 40 anni di lavoro (per tutti) rimarranno invariate «le porte» scorrevoli per allegre libere uscite, con impercettibile variazione dei rendimenti dopo i provvidenziali

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interventi delle parti sociali e di Umberto Bossi capo della Lega, in flirt con i leaders dell'opposizione.

La riforma Amato del '92 e quella attuale, con correttivi emendamenti, sanatorie e scaglioni saranno metabolizzate con il ceno-ne di San Silvestro, ormai prossimo. Nel panettone di Natale era stato impastato per tutti il testo definitivo della manovra finanziaria a chiarimento di tutti i recenti equivoci, spazzati via dal capitano dopo gli «spontanei» incontri notturni con i sindacati.

Riforme istituzionali, giustizia e «blind trust» seguivano il loro iter separatamente: erano irrilevanti per la manovra economica e fiscale.

Il polo del Buon Governo e delle Libertà non avrebbe mai tradito i principii di giustizia, di libertà e di informazione.

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10 - AUGURI

 

La strada del risanamento era ormai avviata .... I due milioni di miliardi di debito pubblico non erano stati raggiunti, ma aumentava silenziosamente la sua velocità di crescita. Aumentavano il prodotto interno lordo e gli investimenti insieme alla cassa integrazione.

Il «tasso naturale» di disoccupazione restava costante. La prima fase del Buon Governo girava l'anno lasciando gli italiani con tante speranze e nella trepida attesa del «nuovo miracolo».

Con giustificato e ragionevole ottimismo brindavamo sereni all'arrivo del Nuovo Anno per la ritrovata fiducia e per la capacità «delle pietre di volta di un arco di sostenersi affiancate le une alle altre».

Con il nuovo anno gran parte dell'equipaggio preconizzava al Capitano una tranquilla navigazione nelle maestose acque ocea-niche fino al 2005.

Un drappello di marinai slegava le

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scialuppe di salvataggio all'apparire dei primi pericolosi flutti del 1995.

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INDICE

 

Introduzione    pag. 9

Presentazione    pag. 15

  1. - Parole d'estate    pag. 19
  2. - Calcio e giustizia    pag. 25
  3. - La RAI    pag. 37
  4. - Blind Trust    pag. 49
  5. - Risse, Filosofi, e Legalità    pag. 55
  6. - Nomine e spoliazioni    pag. 67
  7. - La Manovra    pag. 81
  8. - Come andrà a finire?    pag. 87
  1. - Pensioni    pag. 93
    10-Auguri    pag. 99

    107 Antonio Iadicicco – Capitan Coraggio …1994 –Ed. ERA-ANAGNI (FR)