domenica 20 marzo 2011

PIGLIO – i 150 anni dell’ UNITA’ d’ITALIA di Giorgio Pacetti

Si è svolta a Piglio una solenne manifestazione, che ha coinvolto la civica amministrazione al completo con il sindaco dott. Tommaso Cittadini, il parroco di Piglio don Gianni Magali, il Dirigente Scolastico prof. Tommaso Damizia, i docenti e gli alunni dell'Istituto Comprensivo "Ottaviano Bottini" di Piglio, il comandante della locale stazione dei carabinieri di Piglio e della Guardia di Finanza di Anagni, il Consigliere Provinciale avv. Mario Felli, i rappresentanti delle forze politiche, sociali e umanitarie e i giovanissimi, futura guida della società, per festeggiare i 150 anni dall'Unità d'Italia, i 65 anni di Repubblica, i 63 anni della nostra Costituzione.

La manifestazione, densa di significato, ha voluto dare un contributo alla diffusione degli ideali di pace e di aiuto reciproco fra gli uomini in vista dell'insostituibile valore della dignità della persona umana. Non solo! Gli organizzatori hanno voluto festeggiare anche la bandiera d'Italia, che è il vessillo e il simbolo di tante aspirazioni, di tanti ideali, della fede di un popolo che si riconosce unito in vincoli di sangue, di origini, di storia, di arte e di religione.

Nei suoi colori Verde Bianco e Rosso è racchiusa la storia e soprattutto la sofferenza del popolo italiano per il riscatto dall'oppressione straniera che ha visto un popolo, servo, umiliato, calpestato, in quanto al principio non c'erano bandiere e l'Italia era divisa.

C'era una penisola a forma di stivale, abitata da popoli che, dominati da stranieri, non si conoscevano neanche tra di loro.

La cerimonia, nei due giorni dei festeggiamenti, iniziati Mercoledì 16 e terminati Giovedì 17 Marzo, è riuscita a legare l'uomo alla storia facendolo così riflettere sul valore della vita che deve espandersi in un orizzonte di pace dove ogni cittadino sia amico e fratello dell'altro, dove regni la solidarietà e l'armonia al di fuori d'ogni forma di violenza e di odio che da sempre hanno generato inesorabili lutti, distruzioni, guerre, addensando nubi d'angoscia e di dramma sull'umanità intera.I festeggiamenti sono iniziati Mercoledì 16 Marzo con la celebrazione della Santa Messa, officiata da don Gianni alla quale hanno partecipato una delegazione degli alunni dell'Istituto Comprensivo locale, alcuni docenti, il primo cittadino e la Consigliera Delegata alla Cultura Stefania Bedetti e sono poi proseguiti, a causa pioggia, nella palestra dell'Istituto Comprensivo dove si sono ritrovati gli alunni della scuola primaria e secondaria il Dirigente Scolastico, i docenti, il primo cittadino e il Comitato dei festeggiamenti. Dopo i saluti del Sindaco e del Dirigente Scolastico i docenti e i bambini hanno contribuito positivamente alla riuscita della manifestazione con elaborati svolti raccontando i più significativi avvenimenti che hanno portato alla nascita dell'Unità d'Italia ed hanno cantato l'inno di Mameli sventolando il tricolore. Significativo è stato il gesto di due bambini della scuola materna che hanno consegnato una "coccarda" con i colori del tricolore al Sindaco Tommaso Cittadini. La cerimonia si è conclusa con la consegna di due targhe: una al settore primario e l'altra al settore secondario per l'impegno profuso dal Dirigente Scolastico, dai docenti e dagli alunni dell'Istituto Comprensivo "Ottaviano Bottini" di Piglio che hanno ricevuto una copia della "Costituzione della Repubblica Italiana". I festeggiamenti sono poi proseguiti nella Sala Polivalente, dove gli alunni dell'Istituto Comprensivo O. Bottini di Piglio, hanno recitato le "Storie da un bunker, testo teatrale e regia di Luca Simonelli
a conclusione del laboratorio
scolastico teatrale organizzato dal Sai – Sistema Archivistico Intercomunale di Acuto, Paliano, Piglio, Serrone, che per il progetto di valorizzazione di questo anno ha avuto come tema la Seconda Guerra Mondiale, Progetto promosso dall'Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio e dalla Provincia di
Frosinone.
La manifestazione si è conclusa con la "Rievocazione Storica vivente dell'incontro storico a Teano tra il Generale Giuseppe Garibaldi e il Re Vittorio Emanuele II con i costumi dell'epoca. Molti cittadini,venuti anche dai paesi limitrofi sotto una pioggia battente, hanno partecipato alla suggestiva e storica rievocazione, davanti alla sede Municipale, a due passi dalla lapide che ricorda il passaggio di Giuseppe Garibaldi avvenuto il 20 aprile 1849 per accorrere in difesa della Repubblica Romana, "aggredita dal prete e dallo straniero". A ricordare lo storico incontro, dopo i saluti del Sindaco Cittadini e del Consigliere provinciale Felli, è stato Giorgio Alessandro Pacetti, un ricercatore storico locale. Ne riporto il testo: "Correva l'anno 1860, il giorno 26 del mese di Ottobre quando il Re Vittorio Emanuele II si incontrò a Teano con il Generale Giuseppe Garibaldi, che partito da Quarto con 1089 garibaldini (tra questi numerosi civili e volontari) alla volta della Sicilia, dopo aver liberato tutta l'Italia Meridionale, sbaragliando l'esercito borbonico, proprio a Teano consegnò le regioni da lui liberate che furono annesse al Piemonte. Testimonianze dirette dello storico incontro furono gli articoli riportati su alcuni giornali d'epoca. Il quotidiano Roma del 27 Ottobre 1860 n° 300 della cronaca di Napoli così riportava: "Uno storico incontro: Vittorio Emanuele stringe la mano al Generale Garibaldi… verso le ore 8 e messo antimeridiane, il Re si trovava sulla Strada Caianello-Teano, al bivio della chiesa di Borgo, ivi gli andava incontro il Generale Garibaldi: quindi a fianco a fianco per dieci minuti, fino a Teano. A Porta Romana, si separavano. I Due si parlarono da soli per circa 10-20 minuti, cosa si siano detti, sono tutte supposizioni, ma lo si può dedurre dagli avvenimenti che seguirono. Dopo una stretta di mano, si presume, si lasciarono alle porte di Teano a Porta Romana.Il Re prese alloggio a Teano nel palazzo del principe Santagapito ove fino alle due di notte avevano alloggiato i Borboni: il conte di Trani, i generali Salzano e Ritucci mentre nella piazza bivaccavano i soldati borbonici. Questi, al sopraggiungere dei garibaldini, dopo una breve sparatoria, montarono a cavallo e si ritirarono verso Sessa. Garibaldi con Mario, Missori, Nullo e Canzio, si fermò, per circa un'ora, in una vicina stalluccia al largo Muraglione, per far riposare il suo cavallo e consumare un frugale pasto. Per colazione il Dittatore (Garibaldi) mangiò pane, formaggio e bevve del vino e per frutta tre fichi offertigli da un contadino, che il Generale ripagò con una moneta d'argento. Ai curiosi che erano accorsi a rendergli omaggio disse di andare a salutare il Re. Era lui che ora dovevano ossequiare". Altra testimonianza è fornita dal Libro "L'assedio di Gaeta e gli avvenimenti militari del 1860-1861 nell'Italia Meridionale" . A scrivere questo libro, avvalendosi di tutti i documenti ufficiali è il Colonnello Cesare Cesari che lavorava all'Ufficio Storico del Ministero della Guerra. Nel libro, quando tocca il capitolo del famoso incontro tra il Re Vittorio Emanuele II e il Generale Giuseppe Garibaldi scrive: "In quello stesso giorno, il (26 Ottobre 1860) presso il ponticello di san Cataldo, a circa 200 metri dalla chiesa di Borgonuovo, dove la strada di Caianello dopo la salita di san Nicola fa un gomito che gira verso Teano, aveva luogo quello "Storico Incontro" fra Vittorio Emanuele e Garibaldi, che segnava l'unione di due eserciti e di due regni. Qui Re Vittorio fu salutato dal Dittatore (Garibaldi) col titolo di Re d'Italia, i due Grandi, dopo un breve colloquio proseguirono insieme per Teano, dove giunti si separarono". Un'altra testimonianza viene da Leopoldo Giovannelli, riportata dal Giornale la "Tribuna del 24 Agosto 1907 n° 234". Ne riportiamo il testo a firma del giornalista Carlo Cipriano. Vittorio Emanuele e Garibaldi avanzarono, soli, l'uno incontro all'altro, e quando furono un po' vicini, Garibaldi, con la sua voce squillante, alzando la destra senza togliersi il berretto, esclamò- Salute al re d'Italia – al che il Re rispose con grande enfasi spontanea – Saluto il mio migliore amico! – Quindi messi i cavalli a fianco a fianco, i due personaggi si abbracciarono e si baciarono". La manifestazione è continuata nella sala consiliare, g remita di pigliesi e di turisti con un brindisi e con il gustoso assaggio di una torta approntata ed offerta per l'occasione dal titolare del Bar lazio. La deposizione di una corona d'alloro da parte dei personaggi figuranti Garibaldi e Vittorio Emanuele II sotto la lapide che icorda il passaggio del Generale, la musica dell'Inno di mameli suonata dalla banda locale ha concluso i festeggiamenti, ai quali ha partecipato anche la centenaria Elena Lucidi che per tre volte è stata presente all'Unità d'Italia quella del 1911-1961 e 2011. Si spera che tale manifestazione resterà a lungo nel cuore dei fanciulli e della popolazione, e, se col tempo i ricordi dovessero affievolirsi, ci sarà sempre una targa, una fotografia che li riporterà immediatamente alla memoria. Bene, quindi, ha fatto la Civica Amministratore di Piglio a far rivivere i 150 anni dall'Unità d'Italia con la "Rievocazione Storica vivente dell'incontro a Teano tra il Generale Giuseppe Garibaldi e il Re Vittorio Emanuele", evento basilare per la proclamazione del Regno d'Italia nel 1861. Evviva l'Italia!

Giorgio Alessandro Pacetti -Piglio 17 Marzo 2011-


 


 

1 commento:

  1. E' stata una suggestiva manifestazione quella organizzata dal Comune di PIGLIO per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia , con una forte partecipazone di scolaresche e di anziani,tra i quali la prossima centenaria Sig.ra Elena Lucidi vedova di Raffaele Giorgi. Zia Lella sta assaporando il secolo di età, prossimo fra qualche mese,non dimenticando mai di ottemperare ai suoi doveri di sana e attenta alimentazione, accompagnata da mezzo calice del Vino Rosso DOCG Cesanese.Ha visitato molti Paesi esteri e tante città italiane in occasione di gite di piacere e di pellegrinaggi regiliosi.E' molto devota del Beato Andrea Conti , il frate di Anagni che nel XIII secolo si ritirò nel suggestivo Convento Franescano di San Lorenzo. Frate Andrea visse la sua vita religiosa e di penitenza in una grotta sottostante l'imponente Monte Scalmbra , in prossimita del noto Convento voluto da San Francesco.Diventò un " Eremita " dopo aver rinunciato alla porpora Cardinalizia . Zia Lella prega ogni giorno affinchè il Beato Andrea sia proclamato Santo al più presto e con Lei presente lla festa.
    La Sig.razia Lella Lucidi Giorgi non è l'unica centenaria in famiglia. Anche sua madre , l'arzilla Sig.ra Elvira , superò a suo tempo le cento primavere. Ad maiora, cara zia.

    Antonino

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